sabato 7 gennaio 2023

DA ZERO A CENTO


Non sono mai stata brava a parlare delle mie emozioni agli altri, molto spesso quando sento un qualsiasi tipo brivido, tendo a mascherarla o corro a nascondermi per non farmi travolgere. 

Nel corso della mia vita non c'è mai stato un vero a proprio periodo buio, piuttosto ero io a estrapolare del negativo da qualsiasi situazione, mi sentivo spesso come se non fossi degna di vedere delle cose positive , per questo mi sono sempre paragonata ad una mina vagante che prima o poi sarebbe esplosa , ma un bel giorno ho deciso di scoppiare facendo uscire finalmente la mia parte negativa , cercando di riprendere in mano la situazione. 

Per molti anni sono rimasta nascosta e isolata dal mondo, ho indossato una corazza che mi faceva apparire una super stronza cinica agli occhi del mondo, ma fondamentalmente ho un cuore così nobile che mi ritrovo a piangere fiumi di lacrime vedendo un film o osservando gli occhi di un bambino che guarda il mondo per la prima volta. Non so se questo abbia fatto comodo a qualcuno, ma sono sicura di aver firmato la mia condanna decidendo di interpretare un personaggio che non corrisponde a quello che io sono nella realtà. 

Torniamo indietro per un secondo e cerco di fare chiarezza, altrimenti questo mucchio di parole buttate giù potrebbero non avere un senso logico , sono Alessia, ho 31 anni e da dieci anni sono vittima dei tanto famosi "attacchi di panico" . 

Penserete che non sia l'unica , in Italia secondo ultimi studio sono 2 milioni le persone che come me soffrono di questo problema. 
Io però sono una di quelle che ha deciso di provare a far capire al resto del mondo che sentirsi dire "stai tranquilla è solo ansia non succede niente " non è d'aiuto (nel 90% dei casi sentiamo il vostro dito infilarsi nelle nostre ferite e provocare un dolore lancinante). 

Si capisco bene che a volte cercate di spronarci a riprendere in mano la nostra vita , ma è arrivato il momento che alcuni di voi capiscano che per noi non è affatto piacevole stare così, ci isoliamo e creiamo dei luoghi sicuri ( comfort zone) semplicemente perché avere gli occhi puntati addosso ed essere giudicati è un carico troppo grande. 

In quegli istanti un turbine di emozioni si impossessa non solo del nostro corpo, ma anche della nostra testa , creando in noi una sensazione di irrealismo e piano piano perdiamo il controllo sentendo una sensazione di panico che ci attraversa lasciandoci senza respiro. Sentiamo le mani sudare, la testa farsi più leggera e il cuore che batte come se ci trovassimo nel bel mezzo della maratona di New York, ci sembra di perdere il controllo e vorremmo solo scappare lontani invece di rimanere impietriti e con gli occhi sbarrati. 

Le prime volte mi è sembrato di morire, allargavo il collo della maglia per cercare di far passare più aria , controllavo il battito e cercavo di mandare giù cumuli di aria che mi rimanevano bloccati in gola. Sentivo gli occhi riempirsi di lacrime e sinceramente non capivo cosa cazzo stesse succedendo, fin quando un simpatico infermiere in ospedale con lo sguardo triste mi disse " Piccola non è niente solo un attacco di panico" . SOLO UN ATTACCO DI PANICO , da lì ho capito quanto la gente tende a sottovalutare questa problematica. 

Cosi dopo anni passati a scrivere appunti su un diario che avrei letto solo io , mi sono convinta di condividere questo pezzo di vita con altre persone (che potranno capire o no) sperando di essere d'aiuto ma soprattutto di stare vicino a chi come me si sente sola anche in mezzo a un mare di gente. 

Prima di scrivere questo fiume in piena ho dovuto contare da 0 a 100 , buttare fuori tutta l'aria , mettere le cuffie e lasciar alle mie mani la libertà di scrivere quello che non direi mai a nessuno. 









DICIOTTO ZEROSEI VENTIQUATTRO

Sento il bisogno di dover cacciare un cazzo di mostro dal mio stomaco ... Come se stessi stretta nella mia stessa pelle ... Aspettando il gi...